lunedì 3 novembre 2008

Economia reale, povertà, informazione.





 

La crisi derivante dal buco economico e finanziario sta per riversarsi sull'economia reale, gli stati e i governi socializzano dei problemi Economici e di filosofia della finanza, in altre parole tocca a noi pagare per i loro sbagli, altre anomalie come il prezzo della benzina che rimane più o meno stabile mentre il prezzo del petrolio cala di più del 50%,  perchè i giornalisti non fanno domande e sopratutto perchè i politici non ci danno delle risposte soddisfacenti? Vi piacerebbe vedere come ci si comporta negli altri paesi europei nelle stesse situazioni che capitano in Italia?  la libera informazione dove è finita?

2 commenti:

Paolo ha detto...

Come sempre molto interessante. Mi trovi daccordo su tutto ciò che hai detto tranne che su una cosa, non esiste rimedio, a breve o medio termine per sistemare la situazione italiana. Per una svolta decisiva si dovranno aspettare almeno altri 15 o 20 anni, sperando di avere poi tutto questo tempo a disposizione, o dovrà accadere prima un qualcosa che realmente metta in seria difficoltà il nostro paese in modo da svegliare la popolazione dal proprio torpore.
Il vero problema attuale non è l'ignoranza che regna tra la popolazione media italiana, ma una mentalità ereditata che porta a credere che le cose vanno così e non possiamo farci nulla per cambiarle. La svolta riusciremo ad averla solo quando ci sarà un ricambio generazionale. Un ricambio generazionale tra i politici, ma anche tra la maggioranza degli elettori. Provate a parlare di questi argomenti con varie categorie di persone, prese magari per fascia d'età, noterete come nella fascia che va dagli over 60 in su, la rassegnazione la faccia da padrona, per loro questa è l'Italia e non si può cambiarla, e lo sappiamo tutti, gli Italiani sono un popolo di vecchi. Prova di questo potremo citare l'emancipazione femminile, grandi lotte per ottenere diritti a loro dovuti, ma poi, dopo aver ottenuto in minima parte ciò che chiedevano, si sono accontentate e hanno smesso di lottare. C'è un motivo per cui le donne percepiscono stipendi inferiori e raramente arrivano ad occupare cariche importanti a livello aziendale, e non sta certo nelle loro scarse capacità, ma piuttosto nel fatto che hanno rinunciato a battersi per una reale parità. Come al solito è meglio che mi fermi o va a finire che mi perdo come mio solito nel marasma di pensieri che mi passan per la testa.

Carlo ha detto...

Viviamo in una società mediocre, come diceva il Dr. Hannibal Lecter in Red Dragon, la mediocrità e l'indolenza sono il segno distintivo dell'appartenenza al proprio tempo, a questo tempo fatto di contemplazione e non di osservazione, per dirla alla maniera della rete, non c'è interazione, impariamo molto lentamente l'esercizio della critica ai giornali piuttosto che alla tv ed un motivo c'è:" non c'è più il tempo di pensare " non c'è più il tempo di riflettere incazzarsi e manifestare, chi ha dei mutui da pagare e deve fare 2 lavori per portare avanti una famiglia, non ha il tempo di fermarsi a pensare, lavora e basta. Non c'è informazione, non c'è nessuno che dia una fotografia reale di questo paese, non c'è nessuno che parla del fatto che la gente maledice i politici alla tv e pensa di meritare una vita migliore, forse è vero alcuni sembra che dormano, ma se non arriverà "Neo" a levargli lo spinotto che li tiene sospesi in un sogno-matrice, ci penseranno le bollette di luce , acqua, il mutuo da pagare, la follia del petrolio e gli occhi dei propri figli frustrati da un futuro che nessuno di loro gli avrebbe mai augurato.